Il Gruppo Alpini di Lugagnano
Il Gruppo Alpini di Lugagnano, della Sezione ANA di Verona, nacque nel 1925, per iniziativa di alcuni reduci della Grande Guerra. L'intento era ricordare il periodo trascorso in trincea e ritrovare la serenità e l'equilibrio per affrontare, i difficili anni della ricostruzione materiale e morale. Primo Capogruppo fu l'ex Capitano Giacinto Zampieri, che riunì attorno a sé una ventina di soci. Il numero dei soci cominciò a crescere rapidamente, finché, con lo scoppio della 2a Guerra Mondiale, tutta l'attività associativa si dovette fermare e buona parte degli iscritti venne richiamata. A guerra finita, un gruppo di Alpini di Lugagnano decise di "riprendere il filo", mai del tutto interrotto, dell'attività associativa. Ancora una volta, fu chiamato a dirigere il Gruppo l'ex Capitano Giacinto Zampieri. Nel 1958, fu tenuto a battesimo il gagliardetto, in sostituzione del primo labaro, andato perduto. Nel giro di pochi anni i soci divennero un centinaio, fino ad arrivare ai circa 300 di oggi. La loro presenza sociale è sempre viva, esplicata in varie attività di solidarietà, che richiedono un sostegno organizzativo ed economico. Sempre vivo è il ricordo dell'ormai lontano 1976, allorché le forti scosse di terremoto di maggio e settembre misero in ginocchio il Friuli. Allora, e per un paio d'anni, una squadra di soci fu presente, a turno, nel cantiere operativo n° 3, situato a Buja, contribuendo alla costruzione delle 33 casette che, grazie agli Alpini di Verona, Trento e Bolzano, videro la luce.
Fu in ricordo di quella esaltante esperienza che i Gruppi Alpini di Lugagnano e Buia si gemellarono fra loro. Da ricordare anche la realizzazione del parco "don Gnocchi", avvenuta nel 1982, a Lugagnano. Il forte impegno lavorativo e di risorse permise la costruzione, della baita "Monte Baldo", inaugurata nel 1992, divenne la nuova sede del gruppo . Oggi, alla guida del Gruppo c'è Fausto Mazzi, che porta avanti l'attività iniziata da Giacinto Zampieri e proseguita, poi: da Ottorino Caliari, Giuseppe Bampa, Giovanni Zamperini, Mario Briggi e Arnoldo Cristini. In particolare evidenza, deve essere messa la figura di Arnoldo Cristini, che per ben 33 anni è riuscito, in prima persona, con la sua dedizione, la sua forza trainate e con il massimo impegno a guidare il nostro gruppo in tutti questi anni. Tra i momenti più importanti, basti ricordare, a Buia nel 1976 (terremoto del Friluli) con una squadra di Alpini e Amici Alpini, l'impegno profuso nella costruzione di un fabbricato per i terremotati. La fontana degli Alpini, vicino alla chiesa, costruita è poi rifatta qualche anno dopo. Varie adunate anche provinciali tra le migliori della Sezione di Verona. Ma sopra a tutto la realizazione della "Baita Monte Baldo" la nostra Baita, riuscendo nell'intento di creare un luogo di incontro per il nostro paese.
La storia della Baita degli Alpini "Monte Baldo" trova le sue radici storiche nel corso del terribile terremoto del 1976, in Friuli, che causò 976 decessi. Al termine della permanenza nel cantiere di Buia (UD), dopo l'avvenuta ricostruzione di quell'abitato, anche da parte di alcuni Alpini del Gruppo di Lugagnano, fu chiesto al Comune di Buia la disponibilità d'un prefabbricato in legno, per portarlo a Lugagnano e farne la sede del Gruppo. Successivamente, il Direttivo maturò il convincimento che la costruzione della baita dovesse essere in muratura, visto che la struttura in legno non avrebbe legato con l'ambiente e che lo spirito ispiratore voleva che divenisse una baita aperta alla "Collettività", per le sue esigenze. Iniziati i lavori, la baita venne costruita da una trentina di soci del Gruppo, in tre anni di lavoro, portato avanti nei fine settimana. La superficie della struttura è di 215 mq, con altrettanto spazio disponibile nel seminterrato. Ha richiesto circa 12.000 ore di lavoro, su progetto dello Studio Cristini. Ha goduto di continui miglioramenti. Inaugurata solennemente nel 1992, la baita è disponibile, oltre che per le esigenze del Gruppo Alpini, anche quale punto d'incontro per le iniziative socio-culturali del Comune e di varie associazioni; in particolare per il sostegno dell'AVIS, del Gruppo che ne ha ricavato la sua sede) e dell'S.O.S., che spesso ne fanno ricorso per mostre, riunioni, corsi o altro.